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30 Settembre 2020 Posted by Angela Simone PSICOLOGIA

Empatia

L’empatia può essere suddivisa in tre livelli sovrapposti, corrispondenti a tre differenti relazioni:
a. Empatia di base che coincide con l’ identificazione, ovvero la capacità di cambiare punto di vista su di una situazione senza perdersi. detta in un altro modo può essere vista da una parte come la capacità di distinguere sé dall’altro e, dall’altra, come la capacità di assumere il punto di vista dell’altro.
Si tratta di immaginarsi cosa si potrebbe provare a pensare al posto dell’altro (che può essere un altro essere umano oppure un essere immaginario come il protagonista di un film). E’ possibile identificarsi con qualcuno senza neppure vederlo o senza che l’altro se ne accorga. L’empatia così definita alimenta la reciprocità, supportando la solidarietà e il mutuo soccorso.

 b. Empatia reciproca Alla capacità di mettersi al posto dell’altro si somma il desiderio di essere riconosciuto dall’altro ovvero della capacità dell’altro di mettersi al mio posto e di avere così accesso alla mia realtà interiore, di comprendere quello che comprendo e di provare quello che provo. Questo mutuo riconoscimento apre la possibilità ha tre aspetti fondamentali in una relazione: riconoscere all’altro la possibilità di avere stima di sé come io ce l’ho di me stesso (componente narcisistica); riconoscergli la possibilità di amare e di essere amato (componente delle relazioni oggettuali); riconoscergli la qualità di soggetto del diritto (componente della relazione di gruppo)

c. Intersoggettività. A questo livello l’empatia consiste nel riconoscere all’altro la possibilità di chiarire aspetti di me stesso che ignoro. Non si tratta più di identificarsi nell’altro, né di riconoscere all’altro la capacità di identificarsi con me, ma di scoprire, attraverso l’altro, parti di me che non conoscevo e permettere di lasciarmi trasformare da questa scoperta. La relazione può divenire un modo per migliorare entrambi.

In tal modo ognuno di noi scopre contemporaneamente l’altro e se stesso, ma il percorso può farci incontrare  angosce intense legate alla paura di essere manipolato, alienato dalla propria libertà e del proprio desiderio, cioè di essere assorbito nell’altro e di cessare un’esistenza autonoma.
A volte questa paura ci porta a voler manipolare l’altro per ottenere il controllo ( per timore di essere sottoposto al dominio dell’altro) . In questo senso possiamo affermare che pi è forte il bisogno di controllare meno spazio vi è per lo sviluppo dell’empatia e che, al tempo stesso, l’unico possibilità che abbiamo di vivere relazioni appaganti è sviluppare l’empatia  e cercare di coltivarla nelle proprie relazioni.